COSTO PRESTAZIONI
L’elettrochirurgia nasce come logica evoluzione delle conquiste tecnologiche in fisica e in elettronica applicate alla medicina e alla chirurgia.
Con la chirurgia non ablativa siamo in grado di effettuare interventi un tempo neppure ipotizzabili. Ogni giorno sono praticati con successo a livello nazionale ed internazionale, e mediante il dialogo tra professionisti e l’ideatore della metodica si ottimizza e affina la tecnica.
Gli strumenti più utilizzati oggi in chirurgia dermatologica, a parte la crio e i peeling chimici e meccanici ormai superati, sono: l’insostituibile radiobisturi, il Laser con tutte le sue varianti, il Felc e l’ultimo nato per la Plasma chirurgia, il Plexr.
Ciascuno di questi strumenti presenta delle caratteristiche specifiche per un determinato tipo di intervento.
Per entrare nel merito di questo moderno approccio alla chirurgia dermatologica, è necessario valutare attentamente le differenze tra gli apparecchi oggi più utilizzati: il Laser, Radiobisturi Felc e Plexr.
Il L.A.S.E.R. (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) utilizza l’emissione di fotoni (con coerenza spaziale e temporale) per distruggere, vaporizzare o coagulare i tessuti.
Il RADIOBISTURI utilizza le onde radio per ottenere un aumento termico nei tessuti che, a seconda del tipo di modulazione, permette la coagulazione o il taglio, a patto di avere un buon contatto tra cute e puntale.
Il F.E.L.C. (Flusso di Elettroni Convogliati) utilizza gli Elettroni per bruciare i tessuti più esterni senza scaldare eccessivamente le aree circostanti come avviene con la radiofrequenza.
Il PLEXR (Plasma Exeresi) ionizza i gas presenti nell’atmosfera del GAP (spazio interposto tre il puntale detto “sprayer” e il tessuto da trattare) generando il plasma. La quantità di plasma prodotto dipende dal ricambio d’aria dello spazio di ionizzazione (GAP) o dalla immissione in quest’area di gas particolari (argon e altri).
Considerazioni fondamentali:
Ogni tessuto presenta delle caratteristiche da valutare attentamente prima di ogni intervento di chirurgia dermatologica. Le caratteristiche da valutare attentamente sono: la resistenza meccanica, la resistenza al passaggio degli elettroni, la resistenza al passaggio dei fotoni, l’assorbimento della luce, la conducibilità elettrica, la conducibilità termica, la massa di tessuto su cui intervenire.
Le onde elettromagnetiche della radiofrequenza del radiobisturi così come la luce o i fotoni del laser possono essere assorbiti, riflessi, diffusi, diffratti o trasmessi, mentre la corrente elettrica del Felc può solo essere condotta.
Questa differenza di comportamento fisico, ci fa comprendere i differenti risultati che si ottengono utilizzando l’una o l’altra forma di energia. Infatti l’impiego di ciascuno di questi strumenti nasce dall’ esigenza di intervenire su un particolare tipo di tessuto che se trattato con quello non idoneo risulterebbe particolarmente difficoltoso nella pratica e avremmo esiti negativi dal punto di vista del risultato finale.
La Chirurgia non Ablativa è una tecnica di chirurgia dermatologica semplificata che si pratica mediante uno strumento (PLEXR) che consente di far sublimare i tessuti trattati senza causare danni ai tessuti circostanti, superando tutte le difficoltà nella scelta dell’apparecchio più idoneo.
Questa tecnica è nata dalla necessità di intervenire su patologie o inestetismi, dove risulta difficoltoso l’utilizzo del laser per il coefficiente di riflessione, di assorbimento e principalmente di diffrazione nei tessuti o del radiobisturi, per la necessità di un buon contatto elettrico sul tessuto o del Felc, per la sua incapacità di trattare tessuti vascolarizzati.
Con il PLEXR l’incremento termico per effetto Joule coinvolgerà unicamente i tessuti più esterni, sublimando sia i tessuti cattivi conduttori sia i tessuti normo conduttori, senza causare avvallamenti, discromie.